Le 5 A del marketing digitale

28th Jul 2023
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Risparmio sui costi del 30% e incremento dei ricavi del 20%. Sono questi i risultati che si ottengono quando i marketing manager aziendali adottano strategie di data-driven. Lo dimostra uno studio di Boston Consulting Group. Peccato, però, che solo il 2% dei marketers stia sfruttando quest’opportunità.

La moltitudine di dati che oggi le aziende possono utilizzare per migliorare le proprie attività è vastissima, ma senza un approccio strategico questi dati rischiano di rimanere in un limbo grigio, senza assumerere un significato effettivo. Da dove si parte per iniziare ad interpretare i dati? Come si struttura una strategia efficace? Gli approcci sono tanti perchè tanti sono le correnti di pensiero, spesso tra loro discordanti. Oggi ve ne proponiamo uno: il modello delle 5 “A”.

1. “A” come “AUDIENCE”

Identificare il proprio target, per attirarne l’attenzione e coinvolgerlo. Organizzando le proprie fonti dati, i marketing manager possono individuare con precisione il proprio pubblico e, in seguito, attivare campagne di comunicazione e promozione volte a far scattare la scintilla.

Concretamente, questo si traduce con:

  • Raccogliere i dati in modo responsabile, in conformità con le regole stabilite dal GDPR, sia online che offline, così da includere nel percorso tutti i canali di acquisizione dei clienti.
  • Centralizzare ed analizzare le informazioni, cos da segmentare il pubblico, comprenderne le intenzioni, il percorso di acquisto, il valore nel lungo periodo, ecc.
  • Definire una strategia di targeting per ogni brand, così da raggiungere il target giusto in ogni fase del percorso d’acquisto e sul canale più adatto.

     

    2. “A” come “ASSET”

    Fornire un’esperienza indimenticabile. Pianificarla, costruirla, farla vivere. La sfida che gli esperti di marketing devono saper cogliere è allo stesso tempo accattivante e difficile, intuitiva e predittiva, che deve includere tutti i touchpoint online (dal sito alle app) e offline (negli store, nelle fiere, ecc).

    Concretamente, questo si traduce con:

  • Aumentare le performance di siti e app, in modo da garantire rapidità, intuitività e semplicità. Tutto quello che può ostacolare e rallentare la User Experience è da rimuovere, perchè le persone non hanno tempo da perdere. Soprattutto online.
  • Creare pubblicità rilevanti, con un unico messaggio. Gli insight aiutano in questo, permettendo di avere dati in real time sulle performance degli annunci e consentendone un miglioramento istantaneo in caso di errori.

     

    3. “A” come “ACCESSO”

    Una volta creato un messaggio, occorre fare in modo che venga raggiunto dal maggior numero di persone possibile, tenendo a bada i costi e i tempi di programmazione. Questo si traduce con un utilizzo sapiente e consapevole delle caratteristiche di ogni canale, che segue regole ben precise in ambito di targeting, di posizionamento degli annunci, di costi e di frequenze di pubblicazione.

     

    4. “A” come “ATTRIBUZIONE”

    I percorsi di acquisto diventano sempre più complessi perchè i canali aumentano e si intersecano in modo sempre più naturale e interscambiabile. Multischermo e multicanale hanno creato esperienze onnicomprensive, che vanno pesate e conteggiate in modo ponderato.

    Analizzando il percorso d’acquisto in modo approfondito, è possibile stabilire quali siano i canali più peformanti, i momenti più efficaci e i messaggi che suscitano maggior interesse nel target.

     

    5. “A” come “AUTOMAZIONE”

    Un conto sono i dati. Un conto è saperli interpretare e l’utilizzo di strumenti come il machine learning e gli strumenti di marketing automation svolgono un ruolo fondamentale. L’automazione non serve solamente per contenere i costi e automatizzare attività manuali, ma diventa fondamentale per analizzare in modo automatico parole chiave, offerte, creatività, target e modelli di attribuzione. Aiuta a creare esperienze più coerenti e personalizzate per il singolo cliente/potenziale cliente e i dati lo dimostrano: in media, le aziende sono 3 volte più redditizie rispetto ai loro competitor meno digitalizzati e crescono 4,5 volte più velocemente.

    Lavorando sui pilastri di questo modello, i clienti possono vivere un’esperienza più personalizzata con i brand, migliorando l’efficienza e l’efficacia del percorso d’acquisto. Se desideri approfondire questo approccio, o capire quale altro modello si declina meglio alla tua realtà aziendale, scrivici o chiamaci per un incontro senza impegno!

     

    Fonte: Think with Google

     

    Ilaria Boschetto

    (Linkedin)